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domenica 30 settembre 2012

FOTOGRAFIE DI O'SCIA 2012

su http://www.photoape.com/album/index.cfm?albumID=31998 potete vedere le nostre foto di o'scià 2012

Italia Loves Emilia Claudio Baglioni & Giuliano Sangiorgi via


la vita è adesso Italia Loves Emilia 22 settembre 2012

TRA CANZONI DI NATALE, CIAO OSCIà INEDITI E SANREMO


http://www.ilmessaggero.it/spettacoli/musica/claudio_balgioni_fazio_sanremo_lampedusa_o_scia/notizie/222553.shtml
ROMA - La decima e probabilmente ultima prova per O'Scià, l’Isola di Wight formato Claudio Baglioni è andata. Ancora una volta Claudio è riuscito a mettere insieme per il suo raduno di musica e solidarietà un cast di peso (Ligabue, Mannoia, i Litfiba, Daniele, i Negramaro, D’Alessio, Amoroso, Ranieri, Marcorè, Panariello), ma sa che un festival così non sarà più possibile. «Abbiamo fatto un miracolo, fino a un mese e mezzo fa non sapevamo se avremmo potuto mantenere l’appuntamento», racconta.

Tiriamo a indovinare: ci sono stati problemi di soldi?
«Ho parlato di Lampedusa e dei suoi problemi con tutti, anche con Mario Monti e perfino con Benedetto XVI, ma vista la situazione economica non me la sono sentita di chiedere finanziamenti. Abbiamo comunque trovato dei soldi con la Fondazione e ci abbiamo riprovato».

Già l'anno scorso aveva detto basta.
«Diciamo che questo è stato un supplemento che ha lasciato un risultato bellissimo: una macchina per la risonanza e la Tac in dono all’isola. Forse faremo manifestazioni più piccole».

Non c’è dubbio che, nel frattempo, è diventato decisamente più facile mettere insieme i protagonisti della nostra musica, cosa che dieci anni fa era impossibile.
«E per un raduno come quello di Campo volo una volta ci sarebbe stata la solita corte dei miracoli che gira attorno agli artisti che avrebbe posto mille ostacoli».

Chissà che, dopo il concerto per l’Emilia, non possiate organizzarne uno anche per il Lazio, fatte le debite proporzioni forse ne avrebbe bisogno.
«E' un’idea. C’è bisogno di scuotere questo paese dall’anestesia generale in cui è precipitato dopo essere stato condotto malissimo».

Dopo O' Scià che cosa farà?
«Devo completare un disco dedicato alle canzoni di Natale che esce a dicembre. A maggio uscirà invece un album di inediti a cui seguirà un tour».

Classici tipo Bianco Natale?
«Classici e cose meno conosciute. Le canzoni che ascoltavo da bambino. E' buffo, in Italia non c’è una tradizione in questo senso, l’unico pezzo veramente nostro è Tu scendi dalle stelle».

Notte di Natale è una delle sue canzoni più vecchie, anno 1970.
«La portai al festival Caravella dei successi a Bari e arrivai ultimo, subito dopo andai alla Gondola d’oro a Venezia e di nuovo finii ultimo».

E' tanto che non fa un disco con canzoni nuove.
«Dieci anni. Prima di QPGA avevo un disco pronto, poi quasi tutto il materiale nuovo è finito lì. Mi erano rimaste solo due canzoni».

Nel frattempo Fabio Fazio la vorrebbe a Sanremo.
«Mi ha chiamato per scambiare qualche idea. So che ci sarà una serata revival. Il Festival non lo farei, però se ci fosse uno schema interessante mi potrebbe divertire partecipare come musicista. Ci riparleremo fra qualche giorno».

Nell’85 ci andò perché QPGA venne proclamata canzone del secolo. Stavolta c’è Fazio, con cui avete una lunga consuetudine.
«Infatti, potrei andarci solo perché c'è lui. Lo confesso, la televisione non è uno dei miei territori favoriti». 

sabato 22 settembre 2012

CONCERTO PER L'EMILIA A CAMPOVOLO IN DIRETTA SU SKY PRIMAFILA

Il concerto per l'emilia del 22 settembre a campovolo con tra i protagonisti claudio baglioni verrà trasmesso su sky primafila al costo di 10 euro che verrà devoluto alle popolazioni
http://www.facebook.com/Italialovesemilia

giovedì 20 settembre 2012

Baglioni, o'scià, la politica


http://www.leiweb.it/a/2012/claudio-baglioni-40955498895.shtml
Da chierichetto ad amico di Veltroni. “Oggi mi piace Casini e vorrei cambiare la legge sull'immigrazione”, dice Claudio Baglioni, che a Lampedusa organizza il festival dell'accoglienza

«I miei compagni di giochi erano “er sorcio”, “er mastino”, “er galleggiante” che a 14 anni anni faceva già l'idraulico». Era la stagione dei bar, dei pomeriggi buttati a chiacchierare intorno a un tavolino di formica, l'emancipazione laica conquistata dopo l'oratorio. «Quegli anni, però, sono stati fondamentali. In parrocchia servivo messa, facevo il chierichetto. E poi la fede ce l'ho ancora, forte». Comincia forse da lì l'avventura umana di Claudio Baglioni, ill cantautore più amato dagli italiani, 30 milioni di dischi venduti, 300 canzoni scritte, diventate la colonna sonora di questo paese da oltre 40 anni. «Sono un fortunato e questa è una ragione in più per cercare di aiutare gli altri. Guardare la sofferenza e dire “mi dispiace” non basta. Serve fare qualcosa». Dieci anni fa ha inventato O'Scià, un festival a sfondo sociale destinato ad affrontare, in musica e non solo, il problema delle migrazioni. Non per niente si tiene a Lampedusa, sempre alla fine di settembre, quest'anno comincia giovedì 27 e si chiude sabato 29

Si è cercato di regolare l'immigrazione con una legge, la Bossi-Fini. Non le piace?
«La questione non è se piace o meno, è vedere se funziona o no. Ed è del tutto evidente che questa legge non è servita, non ha risolto niente, è da rifare. Ma non è un fatto che riguarda gli onorevoli Bossi e Fini: in Italia c'è questo sistema per cui le leggi portano i nomi di chi le ha presentate e sembra che se uno non apprezza una legge è automaticamente nemico dei parlamentari che a quel provvedimento hanno dato il nome. Diamogli un numero, a queste leggi, così risolviamo il problema e cancelliamo pure un po' di polemiche inutili».
Come rifarebbe questa legge?
«Penso che la soluzione vada affrontata dall'inizio: diffondere la legalità, mettere in regola le persone, non farle lavorare in nero, capire che come abbiamo fatto noi emigrando in America, oggi c'è chi vuole migliorare la propria condizione di vita e venire da noi».
Baglioni, sa qual è l'obiezione classica a un ragionamento di questo tipo?
«Lo so, lo so, e me l'hanno fatta tante volte: “E allora prenditeli a casa tua”. Nel mio piccolo cerco di comportarmi al meglio, e intanto, da dieci anni, faccio O'Scià. La gente di Lampedusa è straordinaria e generosa. Quest'anno tutti gli operatori turistici hanno rinunciato a farsi pagare e ospitano, danno da mangiare e fanno muovere la gente gratis».

Come si svolge il festival?
«Staremo insieme. Questo è un momento in cui ci si ritrova fra musicisti, artisti, intellettuali per cantare e parlare di migrazione. La nostra è una generazione delusa. Sognavamo, anche perché ce l'avevano fatto credere, che il Duemila avrebbe portato, oltre alle macchine volanti, anche un mondo più giusto, senza fame, con meno malattie. Un miliardo e mezzo di persone non hanno cibo a sufficienza, la disuguaglianza ci divora, l'Africa rischia di affondare».
Sembra di ascoltare Veltroni.
«Walter, il mio amico Walter. Ci conosciamo da quando eravamo ragazzini. Lui andava all'istituto per la cinematografia e la tv e lì studiava anche una mia amica, sì, la mia fidanzatina di allora, Paola, quella che poi è diventata la mia prima moglie. Oltre che la madre di Giovanni, un ragazzone che oggi ha 30 anni: suonati, in tutti i sensi».
Baglioni col cuore a sinistra?
«Baglioni col cuore. Nella politica non mi ritrovo. In passato ho votato per i repubblicani: non so perché, ma mi sembravano seri. Qualche volta anche per i comunisti, ma soltanto quando c'era Berlinguer, poi mai più».
E la matrice cattolica?
«Ho molti amici missionari. Poi, se proprio devo collocarmi, diciamo che sono al centro, con un'attenzione maggiore verso le tematiche dei progressisti piuttosto che quelle conservatrici. Negli Stati Uniti sarei un liberal».
L'identikit del nuovo partito di Casini.
«Siamo amici». Anche con lui? «Sì, è una persona gradevole. Anche se devo dire che in quell'area mi piace molto il ministro Andrea Riccardi, finalmente una persona competente al posto giusto».
Quando è nato l'amore per Lampedusa?
«Ci vado da 15 anni. È un amore cominciato per caso, dopo un concerto a Palermo. Poi ho comprato una casa, a Cala Creta. Lampedusa dà questa idea di lontananza: è perfino esclusa dalle previsioni metereologiche». Il posto ideale per riflettere, comporre, scrivere. «Il posto giusto per cominciare a pensare di costruire un mondo migliore. Da dove partire? Per esempio dare la cittadinanza italiana a chi nasce qui anche se da genitori stranieri».
Corrado Ruggeri


Baglioni: bisogna mettere in regola le persone

http://www.bluewin.ch/it/index.php/1786,667908/Claudio_Baglioni__Nella_politica_non_mi_ritrovo/it/entertainment/covermedia/
Dalla legge contro l'immigrazione al proliferare dell'illegalità, il cantante punta il dito contro alcuni anacronismi tutti italiani.
Claudio Baglioni ha smesso di credere nella politica.
Dopo aver votato per repubblicani e democratici, il cantante di «Questo piccolo grande amore», volta le spalle ai politici italiani, che troppo spesso non sanno gestire i problemi del Paese.
«Nella politica non mi ritrovo - ha spiegato al settimanale A -. In passato ho votato per i repubblicani. Non so perché, però mi sembravano seri. Qualche volta per i comunisti, ma soltanto quando c'era Berlinguer, poi mai più», questo l'excursus politico di Baglioni che puntualizza su alcune leggi flop, come quella sull'immigrazione.
«Penso che la soluzione vada affrontata dall'inizio. Diffondere la legalità, mettere in regola le persone...»
Claudio Baglioni
«Questo Paese è diviso in due eserciti in guerra: gli accoglienti a tutti i costi, pronti ad infilare una ghirlanda di fiori sulla testa di chiunque arrivi, e i respingenti a cannonate, che rimanderebbero indietro anche le crocerossine, se venissero dal Nord Africa. E così non si va da nessuna parte».
La ricetta salva Italia di Baglioni è semplice e si basa sulla lotta all'illegalità.
«Penso che la soluzione vada affrontata dall'inizio. Diffondere la legalità, mettere in regola le persone, non farle lavorare in nero. Capire che come abbiamo fatto noi emigrando in America, oggi c'è chi vuole migliorare la propria condizione di vita venendo da noi».

mercoledì 19 settembre 2012

INTERVISTA BAGLIONI PER L'EMILIA

BAGLIONI IN POLITICA STO AL CENTRO

http://www.irispress.it/276906/claudio-baglioni-in-esclusiva-su-a-negli-usa-sarei-un-liberal-in-italia-sono-al-centro

(IRIS PRESS) – ROMA, 18 SET – “Se proprio devo collocarmi, diciamo che sono al centro, con un’attenzione maggiore verso le tematiche dei progressisti piuttosto che quelle conservatrici. Negli Stati Uniti sarei un liberal”.

Claudio Baglioni parla in esclusiva con “A”, il settimanale diretto da Maria Latella in edicola da mercoledì 19.

Manca meno di una settimana dall’inizio della decima edizione del festival O’Scià che il più celebre cantautore italiano organizza a Lampedusa e Baglioni dice: “Nella politica non mi ritrovo. In passato ho votato per i repubblicani: non so perché, ma mi sembravano seri. Qualche volta anche per i comunisti, ma soltanto quando c’era Berlinguer, poi mai più. Ho molti amici missionari. Casini? Siamo amici. È una persona gradevole. Anche se devo dire che in quell’area mi piace molto il ministro Andrea Riccardi, finalmente una persona competente al posto giusto”.

venerdì 14 settembre 2012

NUOVI PROGETTI DI CLAUDIO BAGLIONI

a Ciao o'scià ci saranno ospiti nomi grossi, ma nessuna anticipazione, forse è l'ultima edizione ma mai dire mai.... Forse ci sarà una replica di dieci dita tour, il nuovo album di inediti non sarà solo di un cd, il 18 maggio 2013 partirà il tour e quasi in contemporanea l'album di inediti questo è emerso dalla videochat di oggi 14 settembre 2012

mercoledì 12 settembre 2012

14 settembre alle ore 14:15 Videochat Claudio Baglioni


Videochat Claudio Baglioni
Venerdi 14 settembre alle ore 14:15 presenta O’Scia Lampedusa festival per l’abbattimento della barriere razziali e culturali

La videochat era prevista per oggi 12 settembre 2012

sabato 8 settembre 2012

Intervista a Claudio Baglioni al corriere della sera del 7 settembre 2012

http://www.blogncc.com/15317/intervista-claudio-baglioni-%C2%ABnon-basta-piu-fare-i-crocerossini-uniamo-le-forze-contro-gli-schiavisti%C2%BB.html
Da «ambasciatore di Lampedusa», come ormai lo chiamano nell’isola, pensa che questa nuova tragedia obblighi tutti a scuotersi, «a unire le forze contro gli sfruttatori, i datori di lavoro in nero, gli schiavisti, la criminalità pronta a usare le braccia dei migranti… ». Addoloratoma determinato, Claudio Baglioni, pronto a dare una mano al sindaco pure se non arrivano gli aerei o per la nave in avaria, sperava davvero di arrivare stavolta alla decima edizione di «O Scià», la kermesse sui Sud del Mondo, alla fine di un’estate tutto sommato serena. E invece… «E invece viene la sensazione che non ne usciremo mai. Dopo venti, venticinque anni di quello che chiamiamo fenomeno emergenza, forse domani si alzeranno di nuovo i buonisti a dannarsi perché si producono ancora tragedie e i cattivisti a dire che quelli debbono tenerseli dall’altra parte del Mediterraneo». Che cosa è mancato in questi anni? «Siamo andati avanti con polemiche sterili e faziose anche perché in fondo nessun governo locale, nazionale o sovranazionale ha messo in campo concrete proposte per i drammi dell’emigrante. Facendo così prevalere le paure. Perché l’altro da sé, soprattutto in un momento di crisi, viene visto solo come un pericolo. E se viene da lontano è ancora peggio». Proposta? «Dobbiamo scommettere e riunire tutte le forze, anche quelle arrabbiate, anche quelle contrarie che vogliono capire perché succede tutto questo. Chi arriva in Europa rischiando così tanto, non verrebbe se non fosse catturato dalle lusinghe di chi se ne avvantaggia, appunto, sfruttatori, schiavisti, criminalità ». Che cosa può fare «‘O Scià» con questo richiamo al respiro del vento, al profumo di sapori e culture lontane? «Non dico di arrivare a un mondo a colori, come ci si augurerebbe in un mondo perfetto, ma bisogna approfittare di queste tragedie per capire cosa vogliamo essere, come deve essere il nostro Paese, come vogliamo l’Europa. Altrimenti si rischia una barbarie, anche nascosta, sommersa, ma che purtroppo ci mette ogni giorno davanti a un senso di generale impotenza, con il dubbio che diventa più forte di ogni certezza». Che fare? «Visto che non possiamo fermare il tempo, anticipiamolo. Cerchiamo di non essere le crocerossine che corrono accanto ai feriti. Aiutiamo il mondo ad avere coraggio. Il miscuglio delle etnie non può essere apprezzato solo ammirando i campioni alle Olimpiadi, mentre se l’uomo di colore ce l’hai dentro casa è una disperazione, un dramma ». Quindi, a fine settembre, non solo canzoni, ma opinioni a confronto? «’O Scià nacque non perché avessimo una opinione, ma perché le opinioni venissero espresse. Importa lo stare insieme. Discutere della circolazione delle persone, parlare delle leggi, sapendo che sono sempre leggi perfettibili, che ognuno può cambiare posizione. Insomma è un modo per invitare allo stesso tavolo governo e organizzazioni non governative». Si può bloccare il calo d’attenzione su questi temi? «Non ci siamo arresi. Tanti non si sono arresi. È un modo per dire che lottiamo ancora, che non ci giriamo dall’altra parte, provando a difenderci da questa anestesia generale che purtroppo sta coinvolgendo tutti. Altrimenti sono guai per tutti, per i quelli buoni e quelli cattivi ».Pescatori, turisti, centri diving, tutti a Lampedusa si sono mobilitati per salvare i naufraghi di Lampione… «È grande il dolore di oggi. Ma è grande la speranza di una partecipazione immediata che prende chi abita e lavora qui, come s’è visto con questo accorrere di barche». Prima si protestava contro «i clandestini». «Prevalgono ragionamento e consapevolezza. E, fatto salvo il soccorso, sarebbe bello se ci fosse un senso dell’abbraccio permanente ». Cosa sta accadendo, strada facendo…? «Stanno comprendendo tutti che bisogna governare il proprio tempo. Come succede con ‘O Scià’, che rischiava di saltare per i tagli e che si farà solo perché albergatori, ristoratori, volontari hanno chiesto di offrire camere, pasti, lavoro, gelosi di una immagine dell’isola pronta ad accogliere anche quel pubblico che viene a far festa, che sbarca senza tragedie alle spalle». E dire che fino a poco tempo fa Lampedusa beveva e poi malediceva le mancate promesse. «Lampedusa è il luogo in cui sono state fatte promesse a non finire. Ha dimostrato massima maturità ed è arrivato il momento di proporla come sede di un organo sovranazionale che possa attivare per l’Onu o altre istituzioni alte un monitoraggio attento sui viaggi, sulla condizione dei popoli, sui pericoli che un pezzo dell’umanità corre. Sarebbe un modo straordinario perché tanti di noi, divenuti crocerossini, potessero intervenire prima che il tempo annienti le nostre idee, i nostri sogni».

Baglioni sul fenomeno dell'immigrazione


http://notizie.tiscali.it/feeds/12/09/08/t_16_02_ADN20120908085308.html
Immigrati: Baglioni, per Lampedusa dobbiamo riunire tutte le forzeAdnkronos
Roma, 8 set. (Adnkronos) - "Dobbiamo scommettere e riunire tutte le forze, anche quelle arrabbiate, anche quelle contrarie che vogliono capire perche' succede tutto questo". Claudio Baglioni non ci sta ed esprime, in un'intervista al Corriere di oggi, tutta la sua amarezza per il naufragio dei migranti tunisini avvenuto ieri al largo dell'isola siciliana.

Pesante e' il j'accuse dell'ideatore di 'O'Scia', la kermesse sui Sud del Mondo: "Siamo andati avanti con polemiche sterili e faziose -affonda Baglioni- anche perche' in fondo nessun governo, locale, nazionale o sovranazionale, ha messo in campo concrete proposte per i drammi dell'emigrante". Il cantautore e' convinto che "chi arriva in Europa rischiando cosi' tanto non verrebbe se non fosse catturato dalle lusinghe di chi se ne avvantaggia".

Baglioni, che ormai gli abitanti di lampedusa chiamano "ambasciatore" dell'isola, racconta di come i lampedusani abbiano vissuto l'ennesimo dramma: "E' grande il dolore di oggi -dice- ma e' grande la speranza di una partecipazione immediata che prende chi lavora e abita qui, come s'e' visto con questo accorrere di barche". Perche', sottolinea, "prevalgono ragionamento e consapevolezza". Baglioni conclude con un auspicuio: "E' arrivato il momento -e' la sua proposta- di proporla come sede di un organo sovranazionale che possa attivare per l'Onu o altre istituzioni alte un monitoraggio attento sui viaggi, sulla condizione dei popoli, sui pericoli che un pezzo dell'umanita' corre".

08 settembre 2012